Dal punto di vista scientifico, il concetto di biodiversità è piuttosto complesso.
Biodiversità è la varietà degli esseri viventi che popolano la Terra, e si misura a livello di geni, di specie, di popolazioni e di ecosistemi. Una varietà incredibile di organismi, esseri piccolissimi, piante, animali ed ecosistemi tutti legati l’uno all’altro, tutti indispensabili. Anche noi facciamo parte della biodiversità e sfruttiamo i servizi che ci offre: grazie alla biodiversità la Natura è in grado di fornirci cibo, acqua, energia e risorse per la nostra vita quotidiana.
(tratto dal sito del WWF Italia)
Per cominciare a capire che cosa è la biodiversità, tuttavia, basta fare una passeggiata lungo una pista ciclo-pedonale fiancheggiata da una striscia di aiuole trascurate o da terreno incolto. Quelle che a prima vista sembrano solo erbacce si trasformeranno in uno spettacolo pieno di meraviglie!
La biodiversità in un campo di calcio
Prima di proseguire con la passeggiata, vi prego di osservare questo grande stadio.
Ci sono milioni di individui (animali e piante), ma come definireste la sua biodiversità?
Se decidiamo (anche se non è scientifico al 100%) di esprimere il livello di biodiversità con il numero di specie diverse che vivono in un certo ambiente, possiamo dire che la biodiversità di questo stadio è di livello 5 circa. Infatti ci sono alcune graminacee e l’uomo. Tuttavia non tutte queste specie svolgono un ruolo ecologico significativo. Una di esse, infatti, si sta solo divertendo!
Ai margini di una pista ciclabile, dove le condizioni di vita sono molto difficili, il livello di biodiversità è almeno 100.
Ho ricavato le immagini e le riflessioni che seguono esplorando una striscia di terreno incolto lunga più o meno come un campo di calcio a fianco di una pista ciclo-pedonale della riviera ligure, nel mese di maggio.
Le graminacee
Le piante che si notano più facilmente, sia per la loro forma sia perché crescono dappertutto, sono le graminacee.
Fra queste ho scelto 4 generi: l’avena, l’orzo, il loglio e l’holcus.
Gli equiseti
Vicino a un muro, in una zona più umida, è cresciuto un gruppo di equiseti, alti circa 50 cm. Se vi avvicinate scoprirete strutture affascinanti e misteriose, antichissime. Queste piante, infatti, risalgono a circa 300 milioni di anni fa e sono sopravvissute fino a oggi. Non hanno fiori ma si riproducono per mezzo di spore. Anticamente erano alberi altissimi, mentre oggi non superano i 2 m di altezza.
Gli equiseti presentano due tipi di fusti:
- i fusti fertili che hanno rami cortissimi e portano in cima uno strobilo dove si generano le spore;
- i fusti sterili che hanno rami più lunghi e foglie piccolissime.
Il meliloto
Il meliloto è anche definito la pianta preferita dalle api. Il nome scientifico del genere Melilotus deriva infatti da due parole latine, melis = miele e lotus = trifoglio. Ha le foglie alterne trifogliate.
La piantaggine
La piantaggine è un ottimo esempio di pianta officinale. Significa che può essere utilizzata nelle officine farmaceutiche per produrre sostanze medicinali.
La bituminaria
La bituminaria bituminosa è una pianta fortemente competitiva: dove cresce lei è difficile che riescano a diffondersi altre erbe.
È indicata dalla FAO (Food and Agriculture Organization) come pianta da pascolo adatta a nutrire bovini, ovini e caprini (mucche, pecore e capre).
Il trifoglio pratense
Il trifoglio pratense appartiene alla famiglia delle leguminose. È quindi un parente della bituminaria e di tutte le altre piante i cui frutti sono dei legumi. Tra questi abbiamo per esempio i ceci, le lenticchie, i fagioli e i piselli.
Il vilucchione
Il vilucchione è una pianta rampicante piuttosto fastidiosa per le altre piante perché cresce avviluppandosi su di esse. I suoi fiori sono bianchi e hanno una tipica forma a imbuto.
All’alba è facile trovare dei coleotteri ancora addormentati nei fiori di vilucchione.
L’erba viperina
Mentre le altre erbe tendono a formare delle colonie, ecco apparire una pianta singola in questo piccolo ambiente. Alta circa un metro, si distingue per i suoi fiori blu con striature rosa e per il fusto di colore verde chiaro coperto di peluria e di macchioline rossicce: è l’erba viperina.
Concludo questo articolo con l’immagine di un coleottero che spicca il volo da un fiore di erba viperina. Ci porterà in una strada di campagna. Anche quello è un ambiente facile da esplorare ma è molto più ricco di forme di vita.
La biodiversità urbana
Il Parco Nord Milano, assieme ad altri enti pubblici, promuove il Festival della Biodiversità.
Dal sito del festival, riporto alcune considerazioni utili per impostare attività educative e didattiche su questo argomento.
Ha senso parlare di conservazione della biodiversità nelle aree urbane ?
Gli ambienti urbani meritano di essere considerati e valorizzati in qualità di habitat per animali e piante selvatiche per due funzioni principali:a) funzioni dirette: contributo alla conservazione della biodiversità locale e protezione di alcune specie minacciate e d’interesse conservazionistico, che vi trovano un habitat idoneo. La conservazione della natura in città è quindi utile per la biodiversità in senso stretto, visti gli alti livelli di biodiversità spesso presenti negli ambienti urbani, in confronto a quelli rurali circostanti;
b) funzioni indirette: sensibilizzazione e sviluppo di una corretta percezione nei cittadini, soprattutto nei giovani, che vivono in aree con biodiversità impoverita, perdendo il contatto quotidiano con la natura.
Il motivo principale per cui è importante la biodiversità urbana riguarda quindi l’incremento della sensibilità da parte della gente: non dobbiamo dimenticarci che gran parte delle persone vive nelle aree urbane, ed è in questi luoghi che vengono assunte le decisioni politiche.
Il contatto con la natura “dietro casa” è essenziale per aumentare la consapevolezza sull’importanza della biodiversità a livello globale. Al tempo stesso gran parte dei piani e delle strategie per la conservazione della biodiversità, su base regionale, hanno tralasciato l’ambiente urbano. Si tratta di un grave errore, non tanto perché le città rivestono un ruolo prioritario tra gli ecosistemi da conservare, quanto perché qui vive gran parte della popolazione umana.
Per (non) finire
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